venerdì 29 febbraio 2008

I CONTI TORNANO


La bufera dei conti segreti in Liechtenstein investe anche il nostro Paese. Antonio Di Pietro ha chiesto che l'Agenzia delle Entrate diffonda l'elenco in suo possesso dei nomi dei politici italiani intestatari di un conto corrente nel paradiso fiscale. "Da cittadino e da leader di partito impegnato nella redazione delle liste di candidati per le prossime Politiche ritengo di avere il diritto di conoscere i nomi", ha detto Di Pietro.
Sui conti segreti in Liechtenstein è intervenuto anche il candidato premier del Partito democratico Walter Veltroni: "Vorrei un Paese che mentre contrasta quei furbacchioni che sono andati a portare i soldi in Liechtenstein, eviti di tartassare tanti piccoli imprenditori e artigiani''. "Ho un conto nel Liechtenstein perché lavoravo lì, è fermo da anni e ci saranno 3 mila euro", afferma invece Rocco Buttiglione. "Sono stato professore e co-rettore presso la International Academy of Philosophy del Liechtenstein. Ero residente e i residenti possono aprire conti. Non si tratta di un conto cifrato ma un conto come quello della povera gente che prende lo stipendio. Nulla da nascondere".

lunedì 25 febbraio 2008

SEMPRE PIU' GIU'


Il tasso di bambini a rischio povertà in Italia è al 25%, esattamente come in Lituania, Romania, Ungheria. A lanciare l'allarme è la Commissione europea nel suo rapporto 2008 sulla protezione e l'inclusione sociale. Sotto accusa anche gli aiuti sociali, che secondo il rapporto hanno "scarsa incidenza" sulla povertà infantile. Peggio di noi stanno solo Lettonia e Polonia. La popolazione bisognosa nel Belpaese è pari al 20%.

giovedì 21 febbraio 2008

RITORNO AL FUTURO


Crescita ai minimi termini e prezzi sempre più caldi. La Commissione Ue dimezza le previsioni di crescita dell'Italia nel 2008, riducendole allo 0,7% dopo l'1,4% stimato a novembre, e calcola che l'inflazione sarà più alta della media europea: 2,7% in Italia contro il 2,6% in Eurolandia. Per crescita economica l'Italia nel 2008 sarà la peggiore nella zona euro: crescita ferma nel primo trimestre, lieve ripresa successivamente.

Il programma di stabilità stimava per l'Italia una crescita dell'1,5%, decisamente più vicina alla media prevista in Eurolandia, dove Bruxelles vede un Pil all'1,8%. E pensare che anche la crescita della zona euro, più che doppia rispetto alla nostra, è stata ridotta dagli esperti di Bruxelles, che l'hanno portata dal precedente 2,2% all'attuale 1,8%. Rivista al ribasso anche la crescita del'Ue-27, che quest'anno sarà del 2% contro il 2,4% stimato lo scorso mese di novembre.

ITALIA, PRIMO TRIMESTRE 2008 DA INCUBO
Bruxelles prevede che questo trimestre chiuderà con una crescita praticamente inesistente nel nostro Paese: il Pil aumenterà soltanto dello 0,1% per poi riprendersi in maniera "graduale ma modesta" nei trimestri successivi (+0,2%, +0,3% e ancora +0,3%). L'anno si chiuderà dunque con un deludente +0,7% secondo la Commissione Ue. Dati che ci fanno piazzare all'ultimo posto in classifica tra i Paesi di Eurolandia.

"L'attività economica in Italia" spiegano i servizi del commissario agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia "ha rallentato più che nel resto della zona euro nell'ultima parte del 2007, chiudendo l'anno all'1,8%, uno 0,1% in meno del previsto".

Questo, spiegano a Bruxelles, "è dovuto anche a fattori eccezionali, come gli scioperi di dicembre nel settore dei trasporti". Ma il dato del 2007 avrà inevitabilmente ripercussioni sul 2008, "con le indicazioni disponibili per la prima parte dell'anno abbastanza negative".

Anche l'inflazione nei primi mesi dell'anno sarà a un passo da quota 3%, per poi attestarsi al 2,7% a fine 2008. Nel mirino di Bruxelles sono finiti non solo il caro-benzina e gli elevati prezzi dei generi alimentari, ma anche "gli aumenti delle tariffe". ARRIVA LA CRISI ANNUNCIATA DAI MERCATISecondo la Commissione Ue si sono dunque concretizzati i rischi già indicati nelle precedenti previsioni di novembre, quelli legati alle turbolenze che ancora agitano i mercati finanziari, al timore di una recessione dell'economia statunitense e agli elevati prezzi dei beni. "L'Europa" spiega il commissario Ue Almunia "comincia chiaramente ad accusare l'impatto della crisi globale in termini di bassa crescita e di alta inflazione. Le capacità di resistenza sono per fortuna aumentate grazie alle riforme strutturali realizzate in questi anni e ai fondamentali solidi dell'economia europea. Ma nonostante ciò il modo migliore per fronteggiare le conseguenze della crisi è proseguire con le riforme e realizzare la mappa tracciata nell'Ecofin di ottobre", soprattutto sul fronte del rafforzamento delle finanze pubbliche. E I PREZZI SI SCALDANOL'inflazione di Eurolandia alla fine del 2008 si attesterà dunque a quota 2,6%. Lo prevede la Commissione Ue che ha così rivisto al rialzo la precedente stima del 2,1%. In Italia l'indice dei prezzi al consumo alla fine dell'anno sarà del 2,7%, contro il 2% stimato da Bruxelles nello scorso novembre. Andrà peggio nell'Ue-27, dove l'inflazione arriverà al 2,9% contro il 2,4% delle ultime previsioni.


ALMUNIA: LE COLPE DELL'ITALIAE il commissario Almunia punta il dito contro l'Italia, sottolineando che la frenata della sua economia è particolarmente grave. E invita il nostro Paese a non guardare solo all'esigenza di mettere in ordine il deficit, ma anche all'abbattimento del debito e della spesa pubblica e all'incremento della produttività."Nell'ultimo trimestre del 2007" ha spiegato in conferenza stampa Almunia commentando le ultime stime "in Italia c'è stato un fortissimo calo della produzione industriale. C'è poi la scarsa fiducia dei consumatori e degli imprenditori. La situazione continuerà ad avere un impatto negativo nel primo trimestre. Poi ci sarà un recupero graduale, ma davvero minimo, nei trimestri successivi, a meno che l'ambiente economico-finanziaro internazionale non torni a essere migliore".Per il commissario Ue, dunque, la strada che l'Italia deve continuare a seguire "non è solo quella di mettere sotto controllo il deficit, ma anche quella di migliorare la qualità delle finanze pubbliche, abbattendo l'elevatissimo debito, e la qualità della spesa pubblica, oltre che incrementare la produttività che è fondamentale per crescere".

lunedì 11 febbraio 2008

TUTTE LE CIAMBELLE RIESCONO COL BUCO


A fare i conti in tasca allo Stato, guardando i rischi sul fronte della spesa, è un'analisi del Sole 24 Ore che ipotizza nel 2008 un'espansione non preventivata della spesa per almeno 7 miliardi, che porterebbe il deficit dal 2,2% previsto ad oltre il 2,6%. Il motivo? Ci sono i rinnovi dei contratti pubblici e gli aiuti alle regioni per il trasporto locale. Per il sottosegretario all'Economia Alfiero Grandi, però, si tratta di un'assurdità.
Vi sarebbero infatti 2 miliardi di spese necessarie per aiutare le regioni a garantire i trasporti ferroviari sulle piccole tratte, un valore tra i 2 e i 6 miliardi per il rinnovo dei contratti pubblici, rischio di mancati rinvii della spesa dei ministeri per 1,8 miliardi, ai quali si aggiungono i costi per la tornata elettorale (300-600 milioni) e per l'emergenza rifiuti in Campania (600 milioni). A contestare questa lettura e' il sottosegretario all'Economia Alfiero Grandi, che ha seguito da vicino l'iter della legge Finanziaria. ''Parlare di 7 miliardi di buco nel 2008 e' un'autentica assurdita' perche' i conti 2008 sono in ordine, anche a fronte del rallentamento economico, e l'andamento delle entrate e' migliore delle previsioni''. A gennaio, il primo mese dell'anno, il fisco ha fatto il pieno. Le tasse versate con il modello F24 sono ammontate a 33,8 miliardi, il 9,4% in piu' sul gennaio 2007 che a sua volta aveva fatto registrare un incremento del 6,2% rispetto al gennaio 2006. Per Grandi quelle indicate dal ''Sole'' sono solo ''spese potenziali'' mentre, una volta visti i conti della trimestrale di cassa, ''va definito un acconto per ridurre il prelievo su dipendenti e pensionati agendo, come dice la finanziaria, sulle detrazioni riconosciute ai lavoratori. C'e' sofferenza sul fronte dei redditi da lavoro: non lo dicono solo i sindacati, lo dicono anche Confindustria e Banca d'Italia''. I sindacati spiegano che la riduzione delle tasse sul lavoro e' una priorita'. E per questo accolgono positivamente il fatto che sia stato oggi indicato da Walter Veltroni come uno dei cardini del programma elettorale. ''Noi siamo contenti se i partiti e la politica raccolgono il messaggio che noi abbiamo lanciato da tempo - sostiene il segretario aggiunto della Cisl, Pierpaolo Baretta - cioe' che sia possibile avere un alleggerimento del peso fiscale a condizione che ci sia lotta all'evasione. Mi auguro che tutto il fronte della politica raccolga questo messaggio''. Il messaggio di Veltroni - afferma il segretario confederale Cgil, Marigia Maulucci che segue i temi economici - ''segue un'impostazione seria e corretta, non e' uno sproposito'' perche' ''considera la riduzione delle tasse come il risultato della lotta all'evasione e del risanamento economico''. ''Noi - prosegue la Maulucci - ''lo consideriamo un intervento fattibile, e ne chiediamo l'immediata attuazione''. Baretta, che ritiene quello sulle extra-spese ''un allarmismo ingiustificato'', chiede di procedere alla riduzione delle tasse ''con la dovuta attenzione''. Per la Cgil, invece, il ''rischio vero'' sul fronte dei conti - afferma la sindacalista - ''viene dal rallentamento della crescita e dalla fibrillazione politica che la scelta delle elezioni anticipate ha innestato: un rischio che diventa certezza - aggiunge - se si interrompe la lotta all'evasione fiscale che invece nella passata legislatura e' stata blandita, tollerata, al massimo condonata''.

venerdì 8 febbraio 2008

L'ESSENZIALE?


Quarantasette milioni di euro per ogni legge varata nella legislatura appena conclusa, la quindicesima. E' il calcolo effettuato dal quotidiano Il Giornale. Semplice l'operazione: 22 mesi di durata, 61 provvedimenti approvati, quasi tre miliardi di spese in totale. E i conti riguardano solo il Parlamento, perché considerando anche i costi di Palazzo Chigi le cifre salirebbero notevolmente.
Troppo breve la durata della legislatura, troppo lunga la lista dei gruppi parlamentari: soltanto a Montecitorio se ne sono contati quattordici, compresi i cinque "gruppetti" con meno di venti componenti a cui è stata concessa una deroga. Così anche Udeur, Comunisti italiani, Verdi, Rosa nel Pugno e Dc-Psi hanno potuto dotarsi di uffici, segreteria e dipendenti. Ogni gruppo poi, grazie al nuove regole, è riuscito ad ottenere più finanziamenti. Ovviamente in proporzione al numero di parlamentari: quasi il 29% in più per l'Ulivo, il 20,5% per Forza Italia e poco più del 9% per Alleanza Nazionale.

mercoledì 6 febbraio 2008

E IO PAGO

Duro atto d'accusa della Procura di Napoli nei confronti del governatore della Campania, Antonio Bassolino, e altre 28 persone di cui è stato chiesto il rinvio a giudizio per l'inchiesta sulle presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti. Secondo i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, l'emergenza rifiuti in Campania è stata sfruttata per elargire superstipendi e "guadagni inimmaginabili" per altri settori della Pubblica Amministrazione.
Dall'impianto accusatorio emerge l'equazione per cui il perdurare dell'emergenza, lunga 14 anni, è servita a tenere in piedi un sistema di consulenze milionarie. Per chi lavorava nel commissariato "più durava l'emergenza, più guadagnava". Davanti al gip Marcello Piscopo, i pm hanno ribadito le accuse contro la gestione commissariale che avrebbe avuto interesse nel mantenimento della situazione di emergenza. I magistrati hanno citato, come esempio, i casi di compensi annui di un milione e 50mila euro annui per il subcommissario Vanoli e cifre tra 800-900mila euro per i subcommissari Paolucci e Facchi.I pm durante l'udienza preliminare hanno riferito casi di ingenti compensi e rilevanti rimborsi spese per i vertici del commissariato. I magistrati hanno poi affrontato il tema dei vantaggi che avrebbero avuto amministratori e titolari delle aziende, in primo luogo l'Impregilo, che non avrebbero rispettato i termini del contratto producendo, tra l'altro, negli impianti Cdr un materiale inutilizzabile come combustibile nel costruendo inceneritore di Acerra. Se le discariche in Campania sono sature - emerge dall'accusa - la responsabilità è da individuare nella cattiva gestione, risalente agli anni scorsi, dell'emergenza da parte della struttura commissariale.Delineato anche il ruolo del governatore Antonio Bassolino che - per i pm - come commissario per l'emergenza rifiuti era amministrativo e non politico, per cui il presidente della Regione era al corrente, ad esempio, delle inadempienze riguardanti gli impianti Cdr. Secondo i magistrati, Bassolino inoltre "sapeva" e nei suoi confronti non viene applicato il teorema del "non poteva non sapere". Bassolino era venuto a conoscenza delle inadempienze riguardanti gli impianti Cdr, e si sarebbe dovuto attivare in quanto aveva "giuridicamente l'obbligo di controllare".Ancora rifiuti per le stradeA Napoli sono circa 900 le tonnellate di spazzatura che giacciono nelle strade, mentre procede la raccolta straordinaria disposta dall'Asia. La raccolta dei rifiuti a Napoli è assicurata grazie allo sversamento negli impianti Cdr di Giugliano e Caivano e allo stoccaggio in alcuni siti, oltre al trasferimento all'estero. Non mancano le iniziative di protesta, sia pure in forma goliardica: sacchetti di immondizia in miniatura sono esposti in bella mostra tra collane e orologi nella vetrina di una gioielleria a San Giorgio a Cremano, mentre nel quartiere napoletano di Gianturco è andata in scena una festa di carnevale 'antimunnezza', con tanto di bambini che indossavano maschere antigas e fiocchi ricavati dalla plastica nera dei sacchetti della spazzatura. Lavori ultimati nel sito casertano di Ferrandelle, dove domani sono attesi i primi camion.

martedì 5 febbraio 2008

SEMPRE (+) CARO MI FU


In gennaio l'inflazione spicca il volo: l'indice dei prezzi è cresciuto al 2,9% contro il 2,6% di dicembre, con un rialzo che non si vedeva dal luglio del 2001. Il dato è stato diffuso dall'Istat nella sua stima preliminare, secondo cui il costo della vita è aumentato dello 0,4% rispetto al mese precedente. Spese per la casa, elettricità e alimentari sono i settori che hanno pesato di più sul maxirialzo del primo mese del 2008.
Naturalmente continua a pesare moltissimo sul rialzo dei prezzi il caro-carburante. Secondo i calcoli dell'Istat gli aumenti in gennaio alla pompa della benzina sono a due cifre. Il prezzo della verde è cresciuto del 12,5%, quello del gasolio del 15,8% rispetto a un anno fa. Nel confronto con il mese di dicembre invece la benzina ha segnato un rialzo dello 0,5%, mentre il gasolio è sceso dello 0,1%. Ma hanno fatto la loro parte anche i trasporti, le tariffe energetiche e gli alimentari, a cominciare da pane e pasta. Tutti prodotti che rientrano nella lista dei principali imputati del balzo dell'inflazione a gennaio. D'altra parte, il primo mese dell'anno è tradizionalmente quello dei rincari, con una serie di tariffe e listini prezzi che si adeguano al nuovo anno.TRASPORTI E PEDAGGILa netta accelerazione di questi ultimi trenta giorni, spiegano all'Istat, è dovuta alla diffusione delle pressioni inflazionistiche, passate dai beni ai servizi come appunto i trasporti, la ristorazione e le assicurazioni.

Quanto ad esempio ai trasporti ferroviari, a gennaio l'aumento tendenziale è stato del 6,9%, per i trasporti stradali (taxi e pullman extraurbani) del 5,7% e per i trasporti aerei dell'8,4%. I pedaggi sono invece aumentati del 3,8%.LA BORSA DELLA SPESAGuardando invece al capitolo degli alimentari, particolarmente sotto pressione negli ultimi mesi, pane e cereali hanno visto una accelerazione rispetto a dicembre, passando da un'inflazione al 7,6% a un tasso di crescita dell'8%. In particolare a gennaio il pane ha segnato un aumento del 12,5% e la pasta del 10%. Significativa anche la crescita del prezzo del latte (+8,5%) e della frutta (+5%). Quanto alla carne, finita sotto la lente di Mister Prezzi negli ultimi giorni, l'incremento tendenziale è stato del 3,5%, con una punta del 6,7% per il pollame.BOLLETTE Il capitolo energia infine ha segnato a gennaio un incremento mensile dell'1,7% e annuale dell'8,3%. I prodotti energetici regolamentati, in pratica le tariffe che vengono aggiornate ogni tre mesi e quindi anche a inizio gennaio, hanno visto un incremento del 3,9% rispetto a dicembre e del 2,1% rispetto a gennaio 2007. In particolare le tariffe elettriche sono cresciute del 3,4% mensile e del 5,3% annuale. Per il gas gli aumenti sono stati invece del 3,9% su dicembre e dello 0,7% su gennaio dello scorso anno. Per i non regolamentati i dati mostrano invece un +0,4% congiunturale e un +12,7% tendenziale. Aumenti a due cifre infine per i combustibili della casa, più cari del 16%.